Il Corano è suono dell’anima

Lettera poetica e generosa di Angela Furcas, allieva del corso di Arabo per il Corano

Grazie, Maryam, che tu sia benedetta, per quest’esperienza alla quale ci hai avvicinati con la tua gioiosa conduzione, la tua pazienza e il tuo sorriso!

E’ stato come tentare di recuperare il suono della Parola Perduta!

Ma è un intento che deve durare una vita perché quel suono deve essere centellinato, perché quel suono richiama a sé l’eco della Voce di Dio.

E quella voce non è voce d’uomo, ma voce sublime.

E’ suono impercettibile che solo l’anima può riconoscere, fattasi timpano risonante dell’Eco infinita.

Nel tentennare della voce umana c’è l’umiltà adeguata a tale avvicinamento:

a singulti, a ghiottoli, a lettere e sillabe è l’incedere di una nuova Lode,

l’approssimarsi di un canto prenatale verso l’aurora di un giorno nuovo.

E’ un Verbo che non può patire l’usura dell’apprendimento o lo sforzo dell’appropriazione di un qualsiasi linguaggio terreno.

E’ memoria di ciò ch’è passato dalle labbra di un Profeta ( Pace e benedizione su di Lui!) per divenire ospite di riguardo, inviato ad esplicare intime significanze, il suono custodito di una conoscenza divina.

Ci porta a guardare oltre il segno e tuttavia, nel suo inesplorato sentiero, a sentirsi a casa, oltre il limite che solo l’anima può varcare.

E’ il suono di una Lingua Primeva che non s’intorbida, è il suono recondito di una Lingua sacra a cui s’accorda un timore riverenziale, nell’avvicinamento all’inviolabilità della Parola rivelata.

Con la speranza di continuare a seguirti in questo percorso straordinario, ti saluto con affetto e stima.

  Angela Furcas

Giffoni Sei Casali (SA), 18/07/2021

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