Asiya è una delle figure più significative del Corano. È nota per la sua incrollabile fede e per il suo coraggio nell’opporsi all’oppressione. Asiya era la moglie del Faraone, la quintessenza dell’abuso di potere e dell’ingiustizia. Sovrano crudele e noto oppressore del popolo israelita di cui faceva parte il piccolo Mosè, lasciato da sua madre in una cesta nel Nilo, nella speranza di salvezza.
Asiya trova il bambino e se ne prende cura, amandolo pur non essendo sua madre, proteggendolo a costo di contravvenire alle regole. Nonostante fosse in una posizione di potere e lusso, Asiya rifiutò di far parte della tirannia di suo marito e scelse invece di seguire la via della rettitudine.
Rappresenta il coraggio di essere se stessi, il coraggio di seguire la propria strada, anche a costo della vita. Asiya rinuncia al suo privilegio per amore della Verità. Non si lascia intrappolare dalla sua posizione nè influenzare da chi le sta intorno. Riconosce la fede nell’Unico con semplicità, guardandosi dentro e rispettando quello che il cuore le suggerisce. Assiste all’uccisione di molte donne credenti e per questo la sua fede resta segreta, fino a quando viene scoperta. Va incontro alla morte per non rinnegare il suo credo e il suo senso di giustizia.
Per evolversi nel cammino spirituale, nella crescita interiorre e nella piena evoluzione umana, bisogna ad ogni passo rinunciare a qualcosa. Raramente siamo messi in condizioni di scegliere la morte ad un esistenza falsa, e quindi oggi io mi chiedo: a cosa sono disposta a rinunciare per essere fedele a quello in cui credo? Il sacrificio, la rinuncia, il rischio sono elementi essenziali della nostra esistenza, che troppo spesso ignoriamo. L’esempio di Asiya ci ricorda l’importanza di sviluppare coraggio per essere a questo mondo in modo autentico e che la forza della ribellione può risiedere in un piccolo movimento del cuore.