Rubrica per raccontare l’Islam tra (socio)linguistica, studio ed esperienza.
“Ti amo di due amori: un amore di desiderio
Rabi’a Al Adawiyya (713-801)
e un amore perché tu sei degno di essere amato.
L’amore di desiderio è che nel ricordo di te
io mi distolga da chi è altro da te.
L’amore di cui tu sei degno
è che tu tolga i veli perché io ti veda.
Non lode a me né in questo né in quello
ma lode a te in questo e in quello.
In questi versi Rabi’a Al-Adaweyya, grande maestra spirituale, poetessa e esempio di devozione e abbandono fiducioso, è espressa l’essenza della fede. E’ descritto quell’amore di cui non tutte le persone fanno esperienza nel cammino verso Dio, ma a cui tutte le persone tendono quando scelgono di vivere in contatto con ciò che abita al di là della materialità.
E’ l’amore assoluto, svincolato da una dinamica di dare-avere, ma piutttosto uno stato dell’essere interiore che si lascia trasportare, accettando quello che accade qui ed ora senza giudizio alcuno.
Mi fermo spesso a pensare che se vivessimo meno l’amore come una merce di scambio, ma più come uno stato dell’essere che c’è a prescindere da quello che l’altra persona può darci in termini di tempo e di attenzioni, avremmo la strada spianata per raggiungere nuove consapevolezze e perchè no assaporare una goccia dei due amori cantati da Rabi’a. “L’amore di Dio ha riempito il mio cuore a tal punto che non c’è restato posto per amare o detestare un altro” diceva Rabi’a.
I due amori che Rabi’a descrive provengono dalla stessa fonte, non lode a se stessa per il livello spirituale che ha raggiunto, ma sempre e solo lode all’Altissimo. “Fammi immergere nel tuo amore cossicchè nulla mi distolga da te” diceva. In questa contemplazione verso l’amore disinteressato nulla tranne che Lui ha senso, nulla tranne che Lui esiste. Pratica il distacco dalle cose terrene, che provocano afflizione e tristezza, rivolgendo lo sguardo sempre all’essenziale che giace al di là di quello che i sensi percepiscono.
In arabo ci sono circa 100 nomi per descrivere l’amore come illustrato in questo piccolo libro che ho recensito qui. Da quello di cui facciamo esperienza nella vita terrena a quello misterioso che ci spinge ogni giorno a cercare vie per giungere al Vero.
La parola araba che comprende tutte le sfumature della forza dell’amore è sicuramente hubb, che nella lingua quotidiana si ritrova quando ci si rivolge ad una persona con la parola habibi, e non importa se sia un amico, un’amica, una fidanzata o un marito. Habibi può essere anche il passante che chiede un indicazione stradale, perchè l’amore non ha a che fare con la conoscenza. E’ una forza che ci attraversa al di là della nostra volontà, per conoscerla forse basterebbe fermarsi, respirare e lasciarsi inondare.
I detti di Rabi’a citati qui si trovano in questo libro accessibile in modo gratuito a questo link.
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